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20 Febbraio 2025
180 – 20 Febbraio 2025 –
Miele: Il Padre sa..
Giovedì abbiamo proposto di conoscere e/o rileggere due versetti del Vangelo secondo Matteo, nel contesto del discorso della montagna, due versetti che incastonano in sé due parole che hanno attirato la nostra attenzione:
[Mt 6,8] Non siate dunque come loro [i pagani], perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
[Mt 32] Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Le due parole su cui abbiamo appuntato la nostra attenzione sono “il Padre vostro” e “sa”. Questo il senso che abbiamo percepito per noi:
Al fondo di tutto, all’inizio, durante e alla fine, al di là dello spazio e del tempo, al di là dell’apparente buio del cielo (Nietzsche diceva. il cielo è vuoto, Dio è morto), in misterioso dialogo con ogni cosa e ogni persona, c’è Qualcuno “che sa”. Gesù lo annuncia come suo Padre e nostro Padre (la prima citazione è seguita dal Padre Nostro!), come qualcuno che ci conosce da sempre e per sempre, ma non conosce soltanto, ma agisce per il nostro bene: in ogni momento, per ogni persona, per ogni situazione egli “sa di cosa abbiamo bisogno” prima ancora che gliela chiediamo.
Dunque la prima conseguenza non può essere che la lode.
Perché come il seme di cui parla Mc 4,27, che fa crescere la sua pianta indipendentemente dal sapere e dall’interesse del contadino, così indipendentemente da ogni cosa c’è Qualcuno che “sa”. Tu sei nella sua mente e nel suo cuore, tu, io, tutto, tutti..
Gesù ci parla dell'”abbà”, come lo chiama lui (babbo, papà..) come di un padre attento e affettuoso. Nulla assolutamente gli può sfuggire come i passeri di cui parla Mc 10,29, nulla è lontano da lui e lui non è lontano da nulla. Spesso nell’Antico Testamento si grida a Dio come se fosse “lontano”, come se si disinteressasse di noi. Ma siamo sulla strada del cammino verso il Nuovo Testamento, verso la solarità di Gesù Cristo. In lui e con lui il Padre è Provvidenza, è misericordia, è compassione..
Oggi i sapienti del mondo pensano che solo l’uomo debba pensare a sé e al suo mondo, ai suoi cari e ai suoi affari.. In realtà c’è sempre Qualcuno che “sa” come hanno avuto origine le cose, come devono andare, come vanno, e come andranno a finire.. E’ quella mente (la mente del grande Geometra come diceva Saint Exsupéry) che tutto ha disposto in misura, numero e peso (Sp 11,20).
Tu sta’ tranquillo, si dice alla nostra povera fede e al nostro povero cuore, Dio è più grande della tua testa, del tuo cuore, del tuo mondo e lui “sa” ogni cosa, “sa” da dove ogni cosa nasce e dove andrà a finire..
Giustamente Giobbe che cerca la soluzione, una risposta al problema del dolore del giusto, alla fine non trova di meglio che attapparsi la bocca con la sua stessa mano, perché – dice – chi sono io per giudicare l’operato del Signore dell’universo? Egli sa, io non so..
Al termine del nostro incontro abbiamo riparlato di Abramo, nostro padre nella fede. Come poteva stargli bene, come poteva capire l’ordine di uccidere suo figlio, il suo unico figlio, il suo presente e il suo futuro? Ma il credente Abramo sapeva che la Provvidenza del suo Dio arriva ben al di là di dove arrivo io. A me è chiesta solo la fiducia, l’affidarsi, non il giudizio e al limite nemmeno il comprendere!
E quando qualcuno, come al nostro incontro, ha chiesto: ma come è possibile pensare o credere che per esempio il dolore e la morte dei bambini abbia un senso, si possa allineare alla misericordia del Padre? Abbiamo risposto la risposta della fede: non sono io, non sei tu che dobbiamo sapere, ma c’è qualcuno che “sa”, da sempre e per sempre e a lui con Gesù Cristo dobbiamo affidarci con la parola della fede che chiude ogni nostro incontro, come chiuse la vita di Gesù sulla croce: “Abbà nelle tue mani affido la mia vita”: Abbà, a te che sai tutto e tutto puoi..