086. Parola e silenzio di Dio. Mc 9,8: Non videro nessuno se non Gesù solo con loro
Sintesi per comunicare (Sito)
Una frase che sembrerebbe banale e che invece è di una forza profetica inaudita. Al compiersi della Trasfigurazione Marco annota: “E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù, solo, con loro” (Mc 9,8). Da qui prendo l’avvio per parlare di un tema che mi sta a cuore e nel cuore da tanto tempo e che è ora di diffondere il più possibile. Nei secoli dell’età moderna siamo passati progressivamente da un universo “abitato” da dèi, demoni, angeli e da Dio stesso creatore e “Motore” del tutto a un universo muto che, interrogato, fa fatica a rispondere. Tutta la convinzione degli antichi (e non tanto antichi!) si basava sul fatto che tutti i fenomeni naturali erano operati da Dio: piove, Dio fa piovere, tuona, Dio emette fulmini e tuoni, viene la malattia, è Dio che la invia o la permette, una bella giornata, rendiamo grazie a Dio.. Si fanno riti per attrarre l’azione benefica del dio o per stornare la sua collera. In ogni tempo, in ogni luogo, in ogni religione. L’Antico Testamento è pieno di questa “gloria” di Dio, cioè del suo farsi presente tramite la natura, tramite i pensieri, tramite gli intermediari. La differenza di esistenza tra Dio e i falsi dèi è sempre stata la “parola” (rivelazione) da una parte e il silenzio “incapace” dall’altra.
Ma ora è sempre più diverso. Il sole è bello e basta, il grano cresce e basta, la pioggia cade o non cade e basta. E responsabile della “casa comune” è sempre più l’uomo che la sta comunque rovinando. Viene il terremoto, e Dio? Vengono le guerre anche fra “credenti”, e Dio? Ci si chiede. anzi in molti non ce lo chiediamo più..
Per molti secoli, almeno per la pratica esteriore dei riti, c’è stato l’intervento della società e delle sue autorità a garantire una “religione” condivisa, con i suoi dèi, i suoi luoghi, i suoi rappresentanti.. Ora invece se l’autorità è “laica” questa divinità non è più sostenuta e tanto meno imposta da nessuno..
Quando qualcuno, parlando dei propri figli, mi dice “ho fallito perché non sono stato capace di trasmettere la mia fede a loro” io penso spontaneamente agli occhi di questi figli (o adulti, o anziani o addirittura bambini) nei quali non “vedo” se non raramente la “presenza” di Dio.
Diceva Saint Exsupéry: “quando senti i fautori di una religione lamentarsi che gli uomini non seguono il loro dio, ridi di loro, perché non sono gli uomini che devono convincersi e andare dietro a un dio, ma deve essere un Dio, una religione ad attrarli e renderli loro seguaci!”.
Del resto la stessa Parola di Dio dice con forza: “Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira” (Gv 6,44; 6,55).
Allora il problema vero (oltre ai piccoli o grandi problemi di contorno come la cultura e l’educazione), il problema centrale è “il silenzio di Dio”.