Lectio del 6.10.22

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076 – Lectio su Fl 1,8-14

 

Testo:

 

8  μάρτυς γάρ μου ὁ θεός ὡς ἐπιποθῶ πάντας ὑμᾶς ἐν σπλάγχνοις Χριστοῦ Ἰησοῦ.

[8] Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù.

 

9  Καὶ τοῦτο προσεύχομαι, ἵνα ἡ ἀγάπη ὑμῶν ἔτι μᾶλλον καὶ μᾶλλον περισσεύῃ ἐν ἐπιγνώσει καὶ πάσῃ αἰσθήσει

[9] E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento,

 

10  εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τὰ διαφέροντα, ἵνα ἦτε εἰλικρινεῖς καὶ ἀπρόσκοποι εἰς ἡμέραν Χριστοῦ,

[10] perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo,

 

11  πεπληρωμένοι καρπὸν δικαιοσύνης τὸν διὰ Ἰησοῦ Χριστοῦ εἰς δόξαν καὶ ἔπαινον θεοῦ.

[11] ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

 

12  Γινώσκειν δὲ ὑμᾶς βούλομαι, ἀδελφοί, ὅτι τὰ κατ᾽ ἐμὲ μᾶλλον εἰς προκοπὴν τοῦ εὐαγγελίου ἐλήλυθεν,

[12] Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo,

 

13  ὥστε τοὺς δεσμούς μου φανεροὺς ἐν Χριστῷ γενέσθαι ἐν ὅλῳ τῷ πραιτωρίῳ καὶ τοῖς λοιποῖς πάσιν,

[13] al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo.

 

14  καὶ τοὺς πλείονας τῶν ἀδελφῶν ἐν κυρίῳ πεποιθότας τοῖς δεσμοῖς μου περισσοτέρως τολμᾶν ἀφόβως τὸν λόγον λαλεῖν.

[14] In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola.

 

Analisi e riflessione (di preparazione)

 

Sintesi per comunicare (Broadcasts su WhatsApp, EMail, Sito..)

 

Paolo chiama Dio a testimone di qualcosa che “brucia” dentro di lui, cioè il desiderio che ha di rivedere la sua comunità, di stare con loro. Un desiderio che lui “quantifica” con l’immagine delle “viscere” di Gesù Cristo. Lui li ama quanto si sente amato da Gesù.

Ma egli li ama per qualcosa, in vista di qualcosa: perché la loro carità cresca sempre di più, si affini sempre meglio e per questo prega, per una carità sempre più consapevole e “sapienziale”. Quindi non solo un amore seppur bello, ma un amore “sapiente” cioè consapevole delle sue motivazioni, cioè del dono di Dio in Cristo, e consapevole di quanto quell’amore faccia crescere per una sensibilità sempre più affinata e forte.

Di qui, dice Paolo, ecco la tensione verso il meglio, verso motivazioni e azioni sempre più belle e ricche in vista di un appuntamento fondamentale, il “giorno” di Cristo Gesù, il giorno definitivo del mondo e dell’esistenza di ognuno di noi. Devono, i suoi cari discepoli, divenire due aggettivi: “integri” (letteralmente: esaminati alla luce del sole e trovati senza alcun difetto) e “irreprensibili” (letteralmente: senza alcun scopo che non sia il bene, senza secondi fini, senza interessi egoistici).

Tutto questo, prosegue Paolo, riempie i discepoli, Paolo ne è sicuro, di un frutto di giustizia, quello stesso che è in Gesù e che Gesù dona, e sempre e tutto per dare gloria e lode a Dio Padre nella potenza dello Spirito.

Poi Paolo dà un paio di notizie sulla sua condizione attuale: incarcerato nel pretorio (la guarnigione imperiale) di Efeso, contrariamente a quanto si pensa non è né disperato, né dimenticato, ma la Provvidenza del Padre gli ha permesso di essere così in modo che tutto il palazzo e la città lo conoscono. Lo conoscono come “prigioniero per Cristo” e come tale egli annuncia il Vangelo in modo che le sue catene non solo non bloccano l’annuncio del Vangelo ma lo sviluppano sempre di più:  c’è un vero e proprio “progresso” del Vangelo! E i fratelli prendono ardire nel Signore e nelle sue catene per annunciare la Parola con coraggio e ardimento, senza alcuna paura. Siano rese grazie a Dio in Cristo che in ogni situazione agisce con chi lo ama e ne fa strumento del suo bene e della sua immensa gloria!