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Lectio dal 7.3.24

 

138 – 7 marzo 2024 – Jd 11-16

 

Lectio del 7.3.24

 

Testo

 

11  οὐαὶ αὐτοῖς, ὅτι τῇ ὁδῷ τοῦ Κάϊν ἐπορεύθησαν καὶ τῇ πλάνῃ τοῦ Βαλαὰμ μισθοῦ ἐξεχύθησαν καὶ τῇ ἀντιλογίᾳ τοῦ Κόρε ἀπώλοντο.

[11] Guai a loro! Perché si sono messi sulla strada di Caino e, per guadagno, si sono lasciati andare alle seduzioni di Balaam e si sono perduti nella ribellione di Core.

12  Οὗτοί εἰσιν οἱ ἐν ταῖς ἀγάπαις ὑμῶν σπιλάδες συνευωχούμενοι ἀφόβως, ἑαυτοὺς ποιμαίνοντες, νεφέλαι ἄνυδροι ὑπὸ ἀνέμων παραφερόμεναι, δένδρα φθινοπωρινὰ ἄκαρπα δὶς ἀποθανόντα ἐκριζωθέντα,

[12] Essi sono la vergogna dei vostri banchetti, perché mangiano con voi senza ritegno, pensando solo a nutrire se stessi. Sono nuvole senza pioggia, portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, morti due volte, sradicati;

13  κύματα ἄγρια θαλάσσης ἐπαφρίζοντα τὰς ἑαυτῶν αἰσχύνας, ἀστέρες πλανῆται οἷς ὁ ζόφος τοῦ σκότους εἰς αἰῶνα τετήρηται.

[13] sono onde selvagge del mare, che schiumano la loro sporcizia; sono astri erranti, ai quali è riservata l’oscurità delle tenebre eterne.

14  Προεφήτευσεν δὲ καὶ τούτοις ἕβδομος ἀπὸ Ἀδὰμ Ἑνὼχ λέγων· ἰδοὺ ἦλθεν κύριος ἐν ἁγίαις μυριάσιν αὐτοῦ

[14] Profetò anche per loro Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con migliaia e migliaia dei suoi angeli

15  ποιῆσαι κρίσιν κατὰ πάντων καὶ ἐλέγξαι πᾶσαν ψυχὴν περὶ πάντων τῶν ἔργων ἀσεβείας αὐτῶν ὧν ἠσέβησαν καὶ περὶ πάντων τῶν σκληρῶν ὧν ἐλάλησαν κατ᾽ αὐτοῦ ἁμαρτωλοὶ ἀσεβεῖς.

[15] per sottoporre tutti a giudizio, e per dimostrare la colpa di tutti riguardo a tutte le opere malvagie che hanno commesso e a tutti gli insulti che, da empi peccatori, hanno lanciato contro di lui».

16  Οὗτοί εἰσιν γογγυσταὶ μεμψίμοιροι κατὰ τὰς ἐπιθυμίας ἑαυτῶν πορευόμενοι, καὶ τὸ στόμα αὐτῶν λαλεῖ ὑπέρογκα, θαυμάζοντες πρόσωπα ὠφελείας χάριν.

[16] Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e, per interesse, circondano le persone di adulazione.

 

 

Sintesi per comunicare (Sito)

 

In questo giovedì la nostra lectio ha accolto e meditato questi sei versetti della lettera di Giuda che continuano l’argomento precedente, la condanna di questi “infiltrati” in comunità che alla stregua di antichi sobillatori e peccatori di cui parlano la Parola di Dio e gli apocrifi come Enoc vanno identificati, isolati, rigettati e soprattutto non seguiti, essendo orgogliosi, arroganti, presuntuosi e via dicendo.

In realtà anche questa volta abbiamo sottolineato il fatto che non conosciamo con precisione, a proposito di queste persone considerate pericolose per la fede e la vita della comunità, chi sono, dove operano, da dove vengono, insomma di loro sappiamo solo quello che ci dice Giuda mettendoci in guardia da pericoli simili, che a questo punto diventano “tipi” di persone deviate in ogni tempo e in ogni comunità e da cui i credenti sinceri devono prendere le distanze.

Dopo aver lanciato il “Guai!” contro di loro, Giuda elenca  quattro esempi dalla storia e quattro dalla natura. L’accusa è di essere in comunità (“mangiano con voi senza ritegno”, Jd 12) ma per pensare a se stessi, spinti dalle loro passioni. Cercano di adulare i credenti per fare i loro interessi, mossi da acredine e pieni di orgoglio. Veramente il rischio di divisione e di degenerazione della comunità è evidente e possibile.

Dalla vita della natura Giuda trae quattro esempi che mi sono sembrati di per se stessi espressioni poetiche di grande effetto: per affermare la vanità e vacuità della loro vita si dice che sono vuoti e vani, senza frutto e senza senso come nuvole senza pioggia portate via dal vento, alberi di fine stagione senza frutto, onde selvagge del mare che schiumano sporcizia e astri erranti cui è riservata la tenebra eterna (i pianeti vaganti, meteore e comete, prigione di spiriti che si sono allontanati da Dio).

I quattro esempi tratti invece dalla storia biblica e dalla tradizione parlano di situazioni di peccato, traviamento e disobbedienza che vengono riprodotte da questi peccatori, dediti al loro ventre, alle loro pratiche orgiastiche e alla loro ribellione alla vita della comunità e a Gesù giudice. Qui si parla di Caino, il primo omicida, poi ai peccati di Baal-Peor (Nm 25) attribuiti alla seduzione di Balaam profeta (Nm 31,16), quindi alla ribellione di Core, Datan e Abiràm nel deserto (Nm 16, tutto il capitolo) e infine le parole tratte dal primo libro di Enoch (Gn 5,18-24) un apocrifo molto venerato: nel suo viaggio celeste questo personaggio (che non ha visto la morte e tornerà col Messia!) ha visto il Signore – Jahvè, ma poi Gesù! – pronto a giudicare e condannare gli angeli decaduti (cfr. il v. 6).

Tentando di leggere e applicare queste oscure parole per noi, abbiamo detto che allora e sempre la verità subisce gli attacchi della falsità, di chi, per piacere o interesse, divide l’amore per affermare se stesso e che quindi amare il Signore vuol dire anche custodire con forza l’unità, nella carità vicendevole e nell’obbedienza alla verità he fonda la nostra esistenza di credenti.