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Lectio del 4.9.24
160 – 5 Settembre 2024 –
Miele: Ef 3,17-19
Una stupenda frase per la nostra vita interiore, un nutrimento eterno senza pari. Ripetiamo spesso e impariamo a memoria questi tre versetti del terzo capitolo della lettera di Paolo agli Efesini:
17] Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità,
[18] siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità,
[19] e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
“Pieni di Dio”, ecco quello che vogliamo e dobbimo essere. La fede cristiana non è solo una dottrina, una idea, un progetto di vita, e nemmeno una pratica, seppur bella e meravigliosa, di un amore gratuito alla sequela di Gesù. La fede, che è roccia su cui è fondato il giusto (che vivrà per la ua fede, Ab 2,4) è un “riempirsi di Dio in Cristo per la potenza della carità dello Spirito Santo. La fede cristiana prima che una conoscenza è una “mistica”, una vita oinvolta e travolta dal Cristo.
Che abiti Cristo per la fede nei nostri cuori. Il cristiano è un “abitato”, un chiamato, coinvolto da una presenza senza limiti.
Allora nell’amore conosciuto e praticato, nella carità accolta e trasformante, noi potremo cogliere qualcosa del senso misterioso di tutto l’universo, cogliere e accogliere qualcosa che ci supera da ogni parte, qualcosa che è più grande di noi, ma se il più grande di noi, Cristo, ormai “abita” il centro di noi stessi, il nostro cuore, nessun traguardo, nessun limite potranno ostacolarci verso la vita eterna, la vita vera conosciuta, posseduta, condivisa ..
Se Cristo abita in noi, noi abitiamo l’universo in tutti i suoi spazi e tutte le sue dimensioni. Se abita in noi possiamo conoscere quello che l’uomo normalmente non può attingere né conoscere. Perché noi diventiamo ben più capaci di noi stessi, della nostra umanità, della nostra storia, del nostro cammino..
“Noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Gv 14,9), così Cristo secondo Giovanni nel corso dell’ultima cena: Padre, Figlio e Spirito hanno creato l’universo per abitarlo e riempirlo e trasformarlo con il loro amore. E primi fra tutti noi: facciamolo abitare in noi ogni giorno, al mattino quando ci alziamo, al giorno quando facciamo, alla sera quando ci corichiamo.. sia la vita un dialogo continuo d’amore con Gesù Cristo e il Dio di Gesù Cristo.
Come è possibile che la maggior parte degli uomini e delle donne di oggi nemmeno lo conoscono, nemmeno lo amano, nemmeno gridano a lui per farsi salvare, farsi arricchire farsi gioire?