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23 Settembre 2024

152. Lunedì 23 Settembre 2024
69. 1Gv – Prima Lettera di Giovanni (1)

 

Struttura della lettera:

 

PROLOGO: 1,1-4 – Il Verbo incarnato e la comunione con il Padre e il Figlio

1,8-2,29 – I. CAMMINARE NELLA LUCE

1,8-2,2 – Prima condizione: rompere con il peccato

2,3-11 – Seconda condizione: osservare i comandamenti, soprattutto quello della carità

2,12-29 – Terza condizione: guardarsi dal mondo

3,3-5,21 – II. VIVERE DA FIGLI DI DIO

3,3-10 – Prima condizione: rompere con il peccato

3,11-24 – Seconda condizione: osservare i comandamenti, soprattutto quello della carità

4,1-6 – Terza condizione: guardarsi dagli anticristi e dal mondo

4,7-5,13 – ALLE FONTI DELLA CARITA’ E DELLA FEDE

4,7-21 – Alle fonti della carità

5,1-13 – Alla fonte della fede

5,14.21 – COMPLEMENTI

5,14-17 – La preghiera per i peccatori

5,18-21 – Riassunto dell’epistola

 

Lunedì abbiamo iniziato l'”immersione” nella prima lettera di san Giovanni, la lettera dell’amore (soprattutto ma non solo!).

In questa puntata siamo andati direttamente ad accogliere, leggere e commentare lo straordinario brano del capitolo 4: 4,7-16. Lo riportiamo qui perché possiamo sempre di nuovo leggerlo, gustarlo, interiorizzarlo:

 

[7] Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio.

[8] Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

[9] In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.

[10] In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

[11] Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

[12] Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.

[13] In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.

[14] E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo.

[15] Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

[16] E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

 

La frase-clou, ripetuta due volte (v. 8 e v. 16) è uno dei centri vitali dell’intera Bibbia, della Parola di Dio: DIO E’ AMORE.

Giovanni dà una “ragione teologica” di come è Dio e di come siamo noi: Dio è “impastato” d’amore. E anche noi lo dobbiamo essere. Ma mentre l’Amore di Dio non ha confini né di tempo, né di spazio, il nostro amore è chiamato a saper conoscere i confini del volto dei fratelli e delle sorelle, a donarsi a loro con lo slancio con cui Dio da sempre e per sempre si slancia verso di noi..

Dunque l’amore dà un senso alla nostra esistenza, un senso di eternità, perché l’amore è fatto della pasta di Dio, e lo slancio e il dono d’amore sanno di eternità.

Abbiamo lungamente riflettuto su quella particella “è”: Dio “è” amore. Ora il verso essere serve ad identificare la natura di qualcosa, quello appunto che la cosa “è”.

E noi ci siamo chiesti: cosa vorrà dire che Dio “è” amore. Dio non “ha” l’amore, Dio non sembra essere distinto dall’amore. Ma l’amore non è qualcosa: è una tensione, una relazione, un fuoco e un vento nello Spirito. Dunque sembra dire che Dio è “nella relazione”: che quasi ha bisogno della relazione, della tensione, del dono dato e ricevuto per essere se stesso..

Cose grosse, cose infinite, cose alla fine incomprensibili. Ma noi più che “capirlo” (cioè tenerlo nella stretta della mano del nostro intelletto e pensiero) dobbiamo accoglierlo, ricambiarlo, renderlo visibile e quotidiano nel rapporto con i nostri fratelli e sorelle..

Laddove la tua tensione interiore si dona tu ti fai come Dio, Amore, così noi siamo amore, coinvolti nell’amore, motivati dall’amore che parte dell’Amore e ritorna all’Amore nel dinamismo dello Spirito. Dio ci ha fatto esistere per “essere amore” come lui, un dono continuo, un dialogo, un accogliere e restituire e sempre gratuitamente e sempre con gioia “perché la vostra gioia sia piena” dice proprio Giovanni.

Potremmo parlare per ore sulle pieghe rivelate e nascoste di questo tema, ma soprattutto dobbiamo chiedere al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo di essere ciò per cui siamo stati “fatti”, come dice Agostino: “ci hai fatti per te..”.