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Lectio del 5.12.24
171 – 5 Dicembre 2024 –
Miele: Rm 10,8-10
Giovedì abbiamo proposto e accolto, lungo il cammino di “raccolta del Miele” dalla Parola, un importante testo di Paolo nella lettera ai Romani. Siamo nella sezione (capitoli 9-11) in cui l’Apostolo parla in particolare degli Ebrei, del suo popolo di origine, del popolo che ha ricevuto in Abramo e nei patriarchi le promesse di Dio, ma che oggi è un popolo che dopo aver atteso per lunghi secoli e con tanti “segni” da parte di Dio il Messia promesso non l’hanno riconosciuto e accolto. Paolo piange per loro e auspica che alla fine della storia del mondo anche Israele entrerà nella Chiesa. Per ora egli legge la situazione come qualcosa che discende dal progetto di Dio: Israele non crede perché tutti gli altri popoli, un tempo esclusi dalla promessa, potessero entrare nella fede e nella Chiesa.
Al centro di questi tre capitoli si pone il brano che abbiamo scelto e che ha una preparazione nel versetto 10,4: “il termine della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque crede”.
Allora al centro della storia e della vita dei credenti non c’è più la legge di Mosè, e la vita non viene dall’obbedienza alla Legge ma dalla fede in Cristo, dall’aderire con tutti noi stessi a colui che ci ha amati e ha dato se stesso per noi. In pratica, abbiamo detto, gli Ebrei avevano come “scambiato” Dio con la Legge. Di fatto erano convinti che se uno obbediva ai precetti della Legge “costringeva” Dio a considerarlo “giusto”.
Partendo da Abacuc 2,4 (“Il giusto vivrà per la sua fede”) e nel brano che abbiamo considerato dalle parole del Deuteronomio 30,4 “Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore”, ecco l’affermazione che vogliamo conoscere e imparare a memoria:
[8] Che cosa dice dunque? Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo.
[9] Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo.
[10] Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Un testo bellissimo ed essenziale: non serve più il tempio, non servono i riti, non la Legge, tempi, luoghi, persone sacre. Il Nuovo Testamento riconduce tutto all’essenziale: Gesù al centro, Gesù nostro Tutto, e davanti a lui il nostro cuore (mente e cuore!) per accoglierlo e aderire a lui, e la nostra bocca per parlare di lui, per annunciarlo. E’ l’ascolto-pratica-annuncio che da sempre formano la dinamica della Parola di Dio nella nostra vita. Oggi sono io, la mia persona, insieme alle persone dei miei fratelli e sorelle di comunità, ad essere protagonista del dialogo e del cammino con Dio in Cristo. Non occorre più andare a Delfi, o a Gerusalemme, o a Loreto.. Il “luogo” del Signore è il mio, il nostro cuore.
Sappiamo bene quello che dice Agostino: “Non uscire fuori, rientra in te stesso, perché dentro di te abita la Verità”. Ascoltare la Verità, soprattutto accogliendo la sua Parola, cercare di viverla e poi annunciarla a tutti gli altri attorno a noi, ecco la vita di fede che ci salva.
E il cuore di questa convinzione e pratica di fede è la realtà del “Cristo Signore” Vivente e Risorto, inizio, fondamento e fine di ogni cosa, dell’universo, come degli uomini e delle cose, del creato come di ogni possibile esistenza in cielo e sulla terra.
Ora noi questa frase, che ci dice cosa fa di noi dei “giusti” cioè “allineati con il progetto di Dio su di noi”, la leghiamo in special modo al momento della celebrazione del sacramento della Cresima: allora colui che ha ricevuto l’inserimento in Cristo nel battesimo come un dono, parla con la sua bocca quello che ha maturato crescendo nel suo cuore, perché Cristo sia Tutto per lui e Cristo sia annunciato come Tutto per tutti.
Quanto è importante soprattutto oggi in un mondo che per la gran parte non sente nemmeno nominare il suo Salvatore, Gesù Cristo, che i credenti siano credenti nel cuore e annunciatori con la loro bocca della meravigliosa realtà del Cristo Vivente che li salva..