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12 Dicembre 2024
172 – 12 Dicembre 2024 –
Miele: Le antifone “maggiori” (1)
Siamo vicini al Natale del Signore e il “Miele dalla Roccia della Parola” ha “sapore di lui”, di lui il Signore, il Salvatore, il Dio-con-noi. Almeno per noi credenti in lui. Perché per troppa altra gente, che pure pronuncia la parola “Natale”, la festa consiste in tutt’altro, doni, viaggi, mangiare, ballare e tante manifestazioni di una gioia piuttosto effimera (quando ‘c’è).
E allora ecco che abbiamo pensato alle cosiddette “Antifone Maggiori”, che dal 17 al 23 dicembre impreziosiscono la celebrazione del Vespro ogni sera. Sono le antifone al Magnificat che annunciano il Messia che viene nominando i suoi titoli messianici e insieme invocandolo: Vieni, vieni a salvarci e liberarci.. E allora abbiamo proposto di conoscerle e di dirle in quei giorni nella nostra preghiera personale e comunitaria.
Giovedì scorso abbiamo commemorato e “consegnato” ad ognuno di noi le prime tre antifone. La struttura di ognuna è semplice: 1) Invocazione del Signore Gesù mediante un suo titolo che lo ha preannunciato nell’Antico Testamento; 2) breve esposizione della sua azione di salvezza legata a quel titolo; 3) invocazione “Vieni”, vieni ancora nella nostra vita a salvarci, a parlarci del Padre, a dare senso e sapore alla nostra vita:
I – 17 dicembre
O SAPIENTIA, quae ex ore Altissimi prodiisti,
attingens a fine usque ad finem fortiter suaviterque disponens omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.
O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo (Siracide 24, 5),
ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con forza e dolcezza (Sapienza 8, 1):
vieni a insegnarci la via della prudente saggezza (Proverbi 9, 6).
II – 18 dicembre
O ADONAI, dux domus Israel,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti, et in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extenso.
O Signore (Esodo 6, 2 Vulgata), guida della casa d’Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco di fiamma del roveto (Esodo 3, 2)
e sul monte Sinai gli hai dato la legge (Esodo 20):
vieni a liberarci con braccio potente (teso) (Esodo 15, 12-13).
III – 19 dicembre
O RADIX Iesse, qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos, iam noli tardare.
O Radice di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli (Isaia 11, 10),
davanti a te i re della terra si chiudono la bocca(Isaia 52, 15) e le nazioni ti invocano:
vieni a liberarci, ormai non tardare (Abacuc 2, 3).
Così possiamo gustare sia le parole originali latine che la traduzione italiana. Gesù è invocato (ogni antifona comincia con “O”!) come la Sapienza che è vicina all’Altissimo (proprietà di Dio sempre più personificata, “arte del fare perfetto” del grande architetto dell’universo; e poi come “Adonai” che significa “Signore” e che è la parola con cui nella lettura della Bibbia gli Ebrei sostituiscono il nome di Dio “Jahvè” per loro impronunciabile; in effetti per noi egli è Dio alla pari del Dio d’Israele suo Pdre; e infine “radice di Jesse”, quel germoglio nuovo che rinasce dal tronco tagliato e distrutto del padre di Davide, per una nuova speranza..
Invochiamolo con forza: Vieni, non tardare, vieni ancora nella memoria che si fa “memoriale” evento che ri-presenta l’avvenimento sconvolgente di un Dio che si fa uomo per cercarci e insegnarci ad amare veramente.