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2 Gennaio 2025
174 – 2 Gennaio 2025 –
Miele: Le ultima parole di S. Stefano
Non avendolo potuto fare a Natale, abbiamo pensato subito dopo l’anno di ritornare al dono che il martire Stefano ha fatto il 26 dicembre al suo Signore Gesù. Sono parole meravigliose, così vicine alle parole stesse di Gesù e risposta vera di fede alla nascita del Messia, grande dono del Padre del cielo a tutti noi. E così il dolce miele della parola che “sostanzia” anche il nostro nuovo anno è costituito dalla finale del martire di Stefano secondo gli Atti degli Apostoli:
“[59] E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».
[60] Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì”.
(At 7,59-60)
Queste frasi sono al cuore della nostra fede: affidamento di sé con fede e dall’altra il perdono, sempre.
E poi sono parole dette sulla falsariga di quelle del Signore Gesù:
– abbà nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23,46)
– abbà perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34)
Stefano muore ma è vittorioso nel morire (stefanos è la corona del vincitore nelle competizioni sportive come in ogni altra situazione). Perché la sua morte, come quella di Gesù, e di tanti e tanti altri martiri, cambia segno alla vita umana. Essa non deve essere più basata su principi conosciuti come “occhio per occhio dente per dente”, e come tutti quelli che sanno di vendetta, di sopraffazione, di violenza, di morte dell’altro. La vita umana deve avere altri motori, molto meno “inquinanti” le relazioni.
La vita di Stefano, come quella di ogni credente, è affidata a Colui che la violenza degli uomini non può nemmeno sfiorare, e che vuole essere nostro Padre da sempre e per sempre. Stefano muore, ma affidandosi al Padre, come Gesù sarà morto e poi risorto, vivente nella potenza di Dio.
E d’altra parte la vita di Stefano, la sua invocazione di perdono, propone agli uomini di ogni tempo, di ogni luogo, di ogni cultura, un nuovo modo di relazionarci tra noi: non la vendetta, ma il perdono dal cuore.
Gli uomini peccano, molto per ignoranza e debolezza, un po’ anche per cattiveria e cattiva determinazione, nel miraggio di raggiungere quello che ogni uomo vuole raggiiungere: la vita, la felicità, la gioia.
Stefano chiede a Dio di spezzare il filo che conduce dalla violenza alla vendetta in una spirale che sembra essere senza fine e che fa bere alla terra il sangue di Abele, versato da suo fratello Caino.
Ecco, è ora di cambiare strada, di cambiare direzione, di fare nostri altri valori che siano fondamento della vita: prendere su di sé il peccato del mondo e portarlo per annientarlo con l’amore, unica forza che salverà il mondo..