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9 Gennaio 2025

175 – 9 Gennaio 2025  –
Miele: Mt 5,20-La vostra giustizia

 

Per il nostro consueto appuntamento con il Miele dalla Roccia della Parola abbiamo scelto questa settimana una parola del Signore dal Discorso della Montagna nel Vangelo secondo Matteo. E’ una parola che fa da “cappello” a quanto viene dopo e che annuncia la novità del regno di Dio Padre in Gesù Signore. Una frase le cui parole sono semplici anche facili da intendere, almeno nel loro significato normale e ovvio. Ma come sempre succede con la Parola di Dio: se tentiamo di abbinare queste parole al contesto in cui sono poste, alla persona che le ha pronunciate, e agli effetti enormi che chiedono di realizzare, allora occorre veramente una meditazione approfondita e un cuore disponibile per farne ricchezza e “motore” della nostra vita di fede!

Mt 5, dopo aver aperto con le stupende Beatitudini e con il valore dei veri discepoli assimilati al sale e alla luce, ecco l’affermazione inattesa e pregnante:

 

[Mt 5,20] Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

 

Anzitutto ci siamo chiesti: cos’è la giustizia? Proprio come concetto, come natura del suo essere. Ora la giustizia, lo “ius” per i latini è sostanzialmente un “allineamento” di qualcosa con una unità di misura, in genere diffusa e accettata come tale. L’esempio classico, spesso rappresentato nelle aule dei tribunali, è la bilancia, nella sua forma di “stadera” (a uno o due piatti): quello che tu metti sul piatto deve “bilanciare” il peso messo o sull’altro piatto o segnato lungo un’asta collegata al primo piatto. La cosa fondamentale per la giustizia è l’essere “in linea” con quanto è stabilito essere la regola della vita, del pesare, del misurare, ecc.. Se da una parte ci metto un pezzo di ferro da un 1Kg, dall’altra dovrò mettere 1Kg di quello che voglio “pesare”.. E la bilancia sarà in equilibrio, sarà “giusta”, sarà nella giustizia.

Ora nell’Antico Testamento era stabilita l’unità di “Peso” degli uomini e delle loro azioni nei comandamenti della Legge. Obbedire ed eseguire le parole dettate dal Signore a Mosè costituiva il credente in uno stato di “giustizia”, e quindi di accoglienza da parte di Dio. Il popolo dei “giusti” si dice: potremmo chiamarli il popolo di “coloro che sono in regola”.

Come non ricordare, e lo abbiamo ricordato, il fariseo di Lc 18 che si presentava nel Tempio davanti a Dio non dovendo niente a nessuno (nemmeno a Dio!) perché si riconosceva esecutore perfetto della Legge comandata. Per lui al limite non c’era bisogno nemmeno del rapporto con Dio: basta il rapporto con ciò che era comandato e la sua osservanza perfetta.

Ma Gesù, annunciando il suo Vangelo di Dio parla in tutt’altra direzione. Intanto sposta i confini della “giustizia secondo la Legge” dando un’altra Legge, la sua Legge, pienezza di quella antica: “amate i vostri nemici” “siate perfetti come il Padre del cielo”.. E qui chi di noi può essere così convinto di sé da pensare di essere “in linea” con quelle parole?

Forse però Gesù con la frase che oggi facciamo nostra non vuol puntare subito al massimo (come farà in 5,48!) ma ad un nuovo punto di partenza, ad un nuovo cammino di vita e di scelte. Intanto – dice Gesù ai suoi discepoli – consideriamo la giustizia secondo il concetto e la prassi dei Farisei come un punto insieme finale del cammino dell’Antico Testamento e un punto iniziale del Nuovo. Ma da lì però Gesù afferma con forza che occorre camminare, andare avanti passando ad un livello di “giustizia” ben superiore a quella che da secoli l’uomo si era data, sintetizzata nella famosa frase “occhio per occhio, dente per dente”..

E’ ora di aprirsi all’infinito, è ora di non avere limiti nell’amare (Agostino: La misura dell’amore è amare senza misura), è ora di far evolvere la nostra umanità ad una nuova condizione, una “rigenerazione” come dice la prima lettera di Pietro. “Camminare in novità di vita” (Rm 6,4)

Come oggi si gioca ad un video gioco: l’importante è superarsi da un livello a un altro..

Così nella vita spirituale: Gesù ci chiede di non accontentarci di “qualcosa”. Lo sappiamo che lui vuole “tutto”, perché ha dato e dà “tutto”. Dunque.. in cammino!