Lectio del 10.11.22

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Testo:

 

5  Τοῦτο φρονεῖτε ἐν ὑμῖν ὃ καὶ ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ,

[5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:

 6  ὃς ἐν μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων οὐχ ἁρπαγμὸν ἡγήσατο τὸ εἶναι ἴσα θεῷ,

[6] egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio,

7  ἀλλὰ ἑαυτὸν ἐκένωσεν μορφὴν δούλου λαβών, ἐν ὁμοιώματι ἀνθρώπων γενόμενος· καὶ σχήματι εὑρεθεὶς ὡς ἄνθρωπος

[7] ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo,

 8  ἐταπείνωσεν ἑαυτὸν γενόμενος ὑπήκοος μέχρι θανάτου, θανάτου δὲ σταυροῦ.

[8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.

 9  διὸ καὶ ὁ θεὸς αὐτὸν ὑπερύψωσεν καὶ ἐχαρίσατο αὐτῷ τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα,

[9] Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome,

 10  ἵνα ἐν τῷ ὀνόματι Ἰησοῦ πᾶν γόνυ κάμψῃ ἐπουρανίων καὶ ἐπιγείων καὶ καταχθονίων

[10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra,

 11  καὶ πᾶσα γλῶσσα ἐξομολογήσηται ὅτι κύριος Ἰησοῦς Χριστὸς εἰς δόξαν θεοῦ πατρός.

[11] e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

 

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Giovedì abbiamo iniziato la meditazione accogliente di uno dei testi più importanti e famosi di tutta la Parola di Dio: l’inno a Cristo in Fl 2,5-11. Per vivere veramente l’unità dei cuori nella comunità e il nostro essere corpo unito perché il regno del Padre in Gesù si diffonda per tutta la terra, non possiamo non coltivare in noi “il sentire” di Gesù, i suoi stessi sentimenti, le sue decisioni personali, che poi si riflettono su di noi. Tu non devi più dare retta a quello che pensi e provi con la tua piccola testa e il tuo piccolo cuore. Devi essere, come si diceva una volta, “alter Christus”, un altro Cristo, pronto a vivere continuamente in te quello che Gesù vive e ha vissuto nel suo cuore “Prendete il mio giogo (soave e leggero!) sopra di voi” (Mt 11,25-30). E allora ecco i versetti di questo inno che qualche studioso nel recente passato ha sostenuto non essere di Paolo ma che egli l’avrebbe fatto suo prendendolo da qualche comunità (come ad esempio Antiochia). Di questo, che io sappia, non ci sono prove da nessuna parte e il tutto (come nell’inno ai Colossesi o quello agli Efesini) è immerso talmente nella spiritualità di Paolo che sarebbe un innesto proprio ben fatto! D’altra parte se questi inni fossero un prodotto della comunità, invece di parlare del genio di Paolo, dovremmo parlare di più del genio di qualcuno rimsto poi anonimo in comunità! Detto questo accogliamo questo inno su Gesù dalle mani, dalla mente e dal cuore di Paolo e contempliamo Gesù nostro Signore e Salvatore in questo percorso tra divinità e umanità, fino allo stato attuale di Signore glorificato “alla destra del Padre”.