Lectio del 24.11.22
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Testo:
9 διὸ καὶ ὁ θεὸς αὐτὸν ὑπερύψωσεν καὶ ἐχαρίσατο αὐτῷ τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα,
10 ἵνα ἐν τῷ ὀνόματι Ἰησοῦ πᾶν γόνυ κάμψῃ ἐπουρανίων καὶ ἐπιγείων καὶ καταχθονίων
11 καὶ πᾶσα γλῶσσα ἐξομολογήσηται ὅτι κύριος Ἰησοῦς Χριστὸς εἰς δόξαν θεοῦ πατρός.
[9] Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome,
[10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra,
[11] e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
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Giovedì abbiamo dedicato un terzo appuntamento all’inno cristologico della lettera ai Filippesi. Ci siamo soffermati, in atteggiamento di riflessione e di adorazione sulle parole finali dell’inno: “gli diede un Nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami “Gesù Cristo è Signore!” a gloria di Dio Padre”. Un brano piccolo, ma di un ricchezza inaudita. Il dono del Padre è concentrato nel concetto di “Nome” che per gli antichi indica la natura, la potenza, il mostrarsi di una persona. Non soltanto un segno di riconoscimento per essere chiamati, ma una natura importante o misera, un nome alto o un nome maledetto.. Il Nome di Gesù è il suo essere al di sopra di tutto e di tutti. Lo è per quello che ha fatto, lo è perché il Padre, gliene ha fatto dono per sempre. Perché, abbiamo ricordato, Gesù è il nostro Re universale e il nostro Tutto, ma misteriosamente è anche Figlio obbediente al Padre che alla fine dei tempi “riconsegnerà il suo regno al suo Dio e Padre” (1Co 15,28-31). Tre parole importanti per questa proclamazione del Re universale: Iesous, Kyrios, Christòs. Gesù è il Salvatore colui che ci strappa dalla morte, da ogni morte, con il dono di se stesso una volta per tutte e con il dono del suo Spirito di vita. Poi “Cristo”, l’Unto, il Messia è il senso della storia, di ogni storia, preparato dai secoli e destinato ad essere la Pace universale, il Pastore, il Maestro, il Vivente soprattutto. Egli è Il Potere, ma quello vero, non quello che vampirescamente succhia il sangue di chi gli è soggetto per far vivere se stesso (come fa ogni potere umano) ma egli è colui che con la sua Mano eterna crea e sorregge l’universo. Per questo egli è il “Kyrios, il Signore”, parola che nella traduzione greca della bibbia traduce il nome di Dio jahvè. Egli è il Vivente universale, quella meravigliosa figura che si esprime nel primo capitolo dell’Apocalisse, il Primo e l’Ultimo, che ha vinto la morte e la vincerà fino alla vittoria finale. Con lo Spirito suo e del Padre egli stesso è Spirito donatore di vita: “io vivrò e voi vivrete” dice in Gv 14,19.