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Lectio dal 14.3.24
Testo
17 ὑμεῖς δέ, ἀγαπητοί, μνήσθητε τῶν ῥημάτων τῶν προειρημένων ὑπὸ τῶν ἀποστόλων τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ
[17] Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo.
18 ὅτι ἔλεγον ὑμῖν· [ὅτι] ἐπ᾽ ἐσχάτου [τοῦ] χρόνου ἔσονται ἐμπαῖκται κατὰ τὰς ἑαυτῶν ἐπιθυμίας πορευόμενοι τῶν ἀσεβειῶν.
[18] Essi vi dicevano: «Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni».
19 Οὗτοί εἰσιν οἱ ἀποδιορίζοντες, ψυχικοί, πνεῦμα μὴ ἔχοντες.
[19] Tali sono quelli che provocano divisioni, gente che vive di istinti, ma non ha lo Spirito.
20 ὑμεῖς δέ, ἀγαπητοί, ἐποικοδομοῦντες ἑαυτοὺς τῇ ἁγιωτάτῃ ὑμῶν πίστει, ἐν πνεύματι ἁγίῳ προσευχόμενοι,
[20] Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo,
21 ἑαυτοὺς ἐν ἀγάπῃ θεοῦ τηρήσατε προσδεχόμενοι τὸ ἔλεος τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ εἰς ζωὴν αἰώνιον.
[21] conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna.
22 Καὶ οὓς μὲν ἐλεᾶτε διακρινομένους,
[22] Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi
23 οὓς δὲ σῴζετε ἐκ πυρὸς ἁρπάζοντες, οὓς δὲ ἐλεᾶτε ἐν φόβῳ μισοῦντες καὶ τὸν ἀπὸ τῆς σαρκὸς ἐσπιλωμένον χιτῶνα.
[23] e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo.
24 Τῷ δὲ δυναμένῳ φυλάξαι ὑμᾶς ἀπταίστους καὶ στῆσαι κατενώπιον τῆς δόξης αὐτοῦ ἀμώμους ἐν ἀγαλλιάσει,
[24] A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia,
25 μόνῳ θεῷ σωτῆρι ἡμῶν διὰ Ἰησοῦ Χριστοῦ τοῦ κυρίου ἡμῶν δόξα μεγαλωσύνη κράτος καὶ ἐξουσία πρὸ παντὸς τοῦ αἰῶνος καὶ νῦν καὶ εἰς πάντας τοὺς αἰῶνας, ἀμήν.
[25] all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen.
Sintesi per comunicare (Sito)
Giovedì abbiamo accolto e meditato l’ultima parte della breve lettera di Giuda alle comunità credenti. Sllo sfondo sempre il problema che occupa la maggior parte della lettera, cioè la presenza di coloro che perseguono i loro interessi, cercando di far passare per cristiane pratiche pagane o giudaiche, superstizioni e credenze spesso legate alle tradizioni culturali dei luoghi.
In questi versetti finali, però, lo sguardo e l’esortazione del credente Giuda si allarga alla vita cristiana nella sua stupenda positività, in quello che viene generato in noi e tra noi dall’azione dello Spirito del Risorto.
A monte di tutti noi, come sorgente viva e inesauribile, c’è la comunià apostolica formata e inviata dal Signore Gesù. E l’azione del “ricordare”, così comune nell’Antico Testamento, diventa centrale anche qui: “ricordatevi delle cose predette dagli apostoli del nostro Signore Gesù Cristo” (Jd 17). E Giuda ricorda le parole degli apostoli su coloro che sono in comunità senza fede, senza amore e soprattutto senza Spirito. La gente che vive in maniera “psichica” (legata al corpo e alle sue sensazioni).
Ma poi l’esortazione continua in maniera positiva: “Voi costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna” (Jd 20-21). Breve ma essenziale e ricco programma di vita, per una esistenza basata sulla Parola, che cammina nella preghiera, animata dell’amore di Dio e protesa verso il Giorno del Signore, la fine dei tempi, nella quale splenderà soprattutto la misericordi di Gesù verso di noi.
Subito dopo (Jd 23) Giuda riprende il discorso su coloro che si perdono o stanno per perdersi. La comunità faccia di tutto per recuperare tutti, con compassione e timore insieme (attenti alle persone ma anche prudenti per la nostra sorte personale!). La finale non è proprio quel che oggi viene considerata misericordia, aspetto principale della fede cristiana (“stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo” Jd 23). Una sensibilità relazionale o di contrapposizione lontana da quella di molti di noi, ma ricordo che anche queste parole sono state accolte da sempre come Parola di Dio. Pensare forse alla interpretazione “molecolare” di cui abbiamo parlato spesso (l’unica fede vissuta nel proprio contesto di vita, nella propria sensibilità, nella propria storia) può aiutare a collocare una vicina all’altra tutte le varie direzioni di interpretazione e di scelta dei credenti..
La finale (Jd 24-25) è in forma di “dossologia” (rendere gloria) comune a molte lettere degli antichi credenti, quelle di Paolo (es. Rm 16) e di altri: rionosciamo sempre (nei tempi – eoni – passati, oggi e per i tempi futuri) “gloria, forza e potenza” al nostro unico Dio Salvatore, in Gesù Cristo: e i due aspetti di cui sopra ritornano sempre: egli ha la potenza di preservarci da ogni caduta da una parte e dall’altra di farci comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia.