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Lectio dal 9.5.24

147 – 9 Maggio 2024 – Miele: Ga 2,19-20

 

Una delle parole più “forti” di Paolo e di tutta la Bibbia, in particolare dell’esperienza che una persona umana può vivere nel suo cuore ogni momento. E’ nella lettera di Paolo ai Galati, lettera forte dove l’Apostolo non fa sconti a nessuno:

 

[19] In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge,

affinché io viva per Dio.

Sono stato crocifisso con Cristo,

[20] e non vivo più io, ma Cristo vive in me.

E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio,

che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.

 

Nella lettera ai Galati, in cui Paolo espone una sintesi del suo Vangelo, sintesi che poi sarà esposta completamente nella lettera ai Romani, l’apostolo unisce la riflessione sui principi con la rivelazione sul suo cuore e la sua interiorità.

Cristo Gesù con la sua incarnazione, morte e risurrezione per noi si è proposto come punto finale, e centrale, della Legge rivelata da Dio a Israele. Ma Gesù non è solo parole, non è solo il Maestro, come Mosè e i Rabbini. Egli è nella sua persona la rivelazione della nuova ed eterna alleanza, culminata nella sua Pasqua. Tutto il resto era preparazione al suo evento, era come preparare qualche strumento per poter conoscere e vivere la sua persona, sempre così misteriosa e profonda.

Ora in Cristo c’è al centro la rivelazione e la pratica dell’amore vero, del dono totale da persona a persona, dal Padre al Figlio nello Spirito, da Gesù a noi, e fra di noi. La Legge fatta di prescrizioni e decreti, che, dice Paolo, normalmente riesce a mettere in pratica fino in fondo, è stata data per farci vivere la nostra inadeguatezza ad essere con le nostre forze esecutori dei decreti di Dio. La legge, costringendoci a riconoscerci peccatori, è stata come un “maestro elementare” (un “pedagogo” dice Paolo) che doveva condurci al Cristo.

Ma Cristo ha scelto un’altra strada ben più radicale. “riempire” la legge portando fino in fondo le sue disposizioni: condannato secondo la Legge egli con la sua crocifissione ha inchiodato la legge facendola morire. Mediante la legge non osservata, noi siamo morti, ma Gesù ha fatto morire questa morte, e noi con essa, nella nostra povera e fragile umanità. Ma quello è stato solo il punto di partenza perché nel Cristo risorto e vivente noi possiamo ora vivere “per Dio”, non nelle nostre forze ma nel dono della sua grazia, del suo Spirito.

Per questo occorre che in ogni momento facciamo il salto della fede, dell’aggrapparci a Cristo, a credere possibile e vero che egli abita in noi al punto da essere diventato “vita della nostra vita”. E le nostre scelte di ogni giorno possiamo e dobbiamo indirizzarle secondo l’amore che Gesù ha per noi, al punto da dare se stesso per noi, consegnandosi alla morte per essere “riconsegnato” dal Padre alla vita della risurrezione.

Quale grande stima dobbiamo avere della nostra stessa vita se Dio in Cristo ci ama così!