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Lectio del 17.10.24

 

165 – 17 Ottobre 2024 –
Miele: Ga 6,14-15

 

Nel giorno, 17 ottobre, che la Chiesa tutta dedica alla gioiosa memoria di Ignazio di Antiochia, ci è piaciuto scegliere una “porzione di miele” dalla Parola che ci parlasse di dolore e redenzione in modo forte. Egli infatti, arrestato dai Romani, chiese ai fratelli di non impedire ch venisse dato in pasto ai leoni per diventare pane puro di Dio sull’altare della croce, per affermare la verità di Cristo, la sua vera carne, la sua vera croce, la sua vera risurrezione.. Leggiamo le sue lettere (107 d.C.)!

E allora abbiamo accolto una parola forte di Paolo ai Galati:

 

[14] Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

[15] Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura.

(Ga 6,14-15)

 

In mezzo a tanti che usano la fede e la religione per interessi personali, per mettersi in mostra, ecc., Paolo afferma che ciò che vale per lui è l’essere unito per sempre intimamente a Colui, Gesù Cristo, nostro Signore, che ha accolto la croce come lo strumento per donare totalmente la sua vita per noi..

La croce, dice Paolo, ha questa particolarità: che si soffre e si muore su di essa essendoci attaccati, inchiodati o legati sopra.

Ma nella sua meditazione sull’abbassamento-innalzamento del Figlio di Dio, Paolo nota come la croce sia stato il luogo in cui l’uomo vecchio, la carne di Cristo, come la carne di ognuno di noi, la vita fatta di egoismo, superbia, peccato e violenza, tutto è stato inchiodato, bloccato per sempre, distrutto..

Sulla croce di Cristo, se noi l’accogliamo, è finita un’era, un modo di essere, il modo “secondo gli uomini” ed è cominciata l’altra vita, quella “secondo Dio”, nella giustizia e nella santità vera.

Il mondo, con le sue colpe e le sue azioni malvage, sembra dominare, ma è una illusione, perché ormai esso è stato conficcato sulla croce, insieme al corpo di Cristo, preso dalla nostra comune umanità.

E dunque, dice Paolo, il mio vero vanto è lì, dove tutto finisce e tutto comincia per non finire mai più. E’ lì che muore la vecchia creatura e nasce la nuova creatura, nell’amore creativo dello Spirito del Risorto. Perché la croce è l’altra faccia della Risurrezione e viceversa. Quando muore per amore, Gesù dà inizio ad un mondo nuovo per amore. E il punto di snodo è quella croce, che sembra così disperante, e invece è la nostra unica speranza (“Ave, crux, spes unica” dice l’antico inno alla croce). Naturalmente non in se stessa ma in colui che vi è stato crocifisso sopra!

E allora, dice Paolo, ecco il vanto vero: non la religione fatta di riti, di usanze, di tutto ciò che ha formato l’insieme delle religioni fino ad oggi (sistemi umani che Dio ha fatto “camminare” fino alla pienezza del Cristo!). Egli cita la circoncisione, perché è simbolica di tutto il mondo della “religione” ebraica e di ogni religione: l’appartenenza attraverso un rito e un segno nella carne.

Ai Galati Paolo dice: non state a sentire quelli che vogliono imporvi di nuovo la circoncisione o qualsiasi altro rito e segno e comandamento. Tutto il passato è là, confitto alla croce dell’uomo vecchio. Ora quello che conta è essere nuova creatura e camminare nei tratti caratteristici della nuova creatura: figli adottivi di Dio, nella verità, nella giustizia, nella santità, nel cuore solo e anima sola della comunità, per un mondo rinnovato. In questa luce viviamo ogni prova, ogni sofferenza..

E ogni volta che non cammineremo così perderemo tempo prezioso, forze preziose, possibilità preziose e lavoreremo contro noi stessi..

Vantiamoci dunque solo nella croce, ma unita alla risurrezione che ci fa nuove creature..