Lectio divina del 14.10.21
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Testo:
5 οὕτως γάρ ποτε καὶ αἱ ἅγιαι γυναῖκες αἱ ἐλπίζουσαι ⸀εἰς θεὸν ἐκόσμουν ἑαυτάς, ὑποτασσόμεναι τοῖς ἰδίοις ἀνδράσιν,
5 Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti,
6 ὡς Σάρρα ⸀ὑπήκουσεν τῷ Ἀβραάμ, κύριον αὐτὸν καλοῦσα· ἧς ἐγενήθητε τέκνα ἀγαθοποιοῦσαι καὶ μὴ φοβούμεναι μηδεμίαν πτόησιν.
6 come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.
Analisi e riflessione (di preparazione)
5 οὕτως γάρ = e allo stesso modo infatti (collegamento di aggiunta al versetto precedente): le donne obbedienti hanno un volto, quello delle sante donne
ποτε = è il tempo antico, una volta, un tempo
καὶ αἱ ἅγιαι γυναῖκες = “donne sante” una connotazione che è unica in tutta la Bibbia: la santità delle donne, il loro appartenere a Dio
αἱ ἐλπίζουσαι ⸀εἰς θεὸν = la speranza protesa verso Dio è ciò che le rende belle
ἐκόσμουν ἑαυτάς, = le adornano, le abbelliscono
ὑποτασσόμεναι τοῖς ἰδίοις ἀνδράσιν, = nell’essere obbedienti e sotto messe ai loro mariti
6 ὡς Σάρρα ⸀ὑπήκουσεν τῷ Ἀβραάμ, = ed ecco il volto di Sara
κύριον αὐτὸν καλοῦσα· = che lo chama “signore”
ἧς ἐγενήθητε τέκνα = le donne hanno “sante patrone”: si possono considerare “figlie spirituali” di Sara e delle altre donne sante della Parla
ἀγαθοποιοῦσαι = facendo il bene
καὶ μὴ φοβούμεναι μηδεμίαν πτόησιν. = senza temere minaccia alcuna
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Nel sangue benedetto del Figlio di Dio, trasformato in luce eterna per noi
Giovedì alla Lectio divina abbiamo condiviso i versetti 5 e 6 del terzo capitolo della Prima Pietro. Al centro ancora le donne con parole stupende: “5 Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6 come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia”. C’è qualcosa di unico in queste parole: è l’unica volta in cui le donne sono denominate “sante”. Capostipite ed esempio e “gran madre” di tutte, Sara, la moglie di Abramo. Ma come abbiamo già detto precedentemente, la grande santità non nasce dall’osservanza della legge o dalla sottomissione incondizionata. Essa nasce dal cuore delle donne, perché lo fanno mosse dalla loro speranza in Dio. E’ la tensione verso Dio che le fa appartenere a lui (e questa appartenenza è santità). Per cui quello che poi fluisce fuori di loro, cioè mansuetudine,disponibilità, capacità di “portare” la famiglia è tutto dono gratuito, è grazia, è rivelazione dell’amore di Dio nell’amore nei gesti delle donne (in particolare, e poi anche degli uomini: in Gesù infatti non c’è più né uomo né donna dice Paolo). Dunque una lunga traccia tra silenzio e manifestazione, tra sofferenza e gioia attraversa la Parola, la Bibbia e ha il volto delle donne mai schiave ma serve per amore e amore dei loro cari, ma soprattutto amore del loro Dio!
Ogni mattina e ogni sera diciamo “Abbà, nelle tue mani affido la mia vita”.
E ci aspettiamo lunedì e giovediì alle 21 su meet.jit.si/VediamociConPrimo.
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