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in Gesù, misericordia e pace.

Anche stavolta con un po’ di ritardo, ma con grande desiderio e amicizia, invio a tutti voi un pensiero riassuntivo del terzo appuntamento di quella che possiamo definire “Scuola della Parola”, un cammino graduale, lento e paziente, ma significativo e ricco perché la Parola in tutte le sue esperienze sia più conosciuta, amata, praticata..

Lunedì abbiamo presentato la dimensione di “storia” della Parola, della Parola di Dio incarnata nella storia, della parola umana che ci accompagna nella storia, della parola in senso comprensivo di rivelazione, comunicazione, creazione, confronto, scambio e anche tensioni.

Noi occidentali accogliamo la storia come “luogo” di realizzazione di ogni cosa, nelle dimensioni di spazio e tempo: nella storia ci costruiamo e ci distruggiamo, camminiamo, amiamo e odiamo, plasmiamo il nostro volto in maniera unica. Noi siamo la nostra storia. e la storia non ritorna..

Ho presentato alcuni brani della Scrittura, della Parola di Dio che rendono molto bene questa convinzione, della Parola che è nella storia, fa la storia, è fatta dalla storia.

1) Prendiamo l’inizio della prima lettera di Giovanni (1,1-4): “Quel che era fin dal principio.. si è manifestato.. e noi abbiamo veduto, toccato, vissuto con la Parola della Vita, che era presso il Padre e si è resa presente tra noi”. Gesù e tutta la storia prima e dopo di lui è fatta di eventi, di persone, di scelte, di tensioni, di doni..

2) Lo stesso Giovanni nel prologo del suo Vangelo dice “La Parola (il Verbo dal latino) si è fatta carne ed ha posto la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14). Parole terribili per il mondo antico che non concepiva che la divinità potesse mescolarsi con la carne. Eppure Gesù è per noi il Dio fatto uomo, nato da donna, che ha camminato sulle strade di Galilea..

3) L’Antico Testamento ha uno dei suoi perni principali in Esodo 4,14. Il Dio che dal roveto ardente dice a Mosè (che gli chiede il suo nome) “Ejè ashèr ejè”. E’ stato tradotto da sempre come “Io sono colui che sono”, ma l’ebraico si esprime nel futuro del verbo essere: “Io sarò quello che sarò”. E’ nella sua storia sotto la guida del suo Dio che Israele lo conoscerà, conoscerà il suo “Nome”.

Domani, giovedì, alle 21, nella solita stanza dei nostri incontri, faremo la terza “lectio divina” su Prima Pietro 1, meravigliosa lettera che ci costruisce come credenti e come comunità.

Il link è il solito:     meet.jit.si/VediamociConPrimo.

Nelle mani dell’Abbà, confidenti affidiamo le nostre vite. Primo