087. Parola e silenzio di Dio (2)

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Continuiamo il discorso dell’ultima volta. Dio si è messo in silenzio. Questa è la realtà. A qualcuno si rivela, e quel qualcuno crede con forza. Ma se egli rimane lontano, non c’è nessuno che può avvicinarlo e convincersi che c’è!

Se uno non ha il cuore ardente del suo Spirito, inutile chiedere “dov’era Dio quando è scoppiato il terremoto? o Auschwitz? o le tante guerre in giro per il mondo? o la sofferenza dei bambini?”

Se lui è presente al tuo cuore, lui sarà parlarti di ogni cosa. Ma se vuoi tu scoprire il suo pensiero è come chiedere a un muro di parlarti e darti delle ragioni!

Secondo me, dobbiamo dunque prendere atto del silenzio di Dio, ringraziare per coloro che sentono la forza di accoglierlo e riconoscerlo nella loro vita, e fare tutto quello che il cuore ci chiede sotto la sua ispirazione..

E allora ecco la straordinaria novità di Gesù di Nazareth. Lui si presenta “solo”, con la sua vita, la sua parola, i suoi vangeli. Se lo vuoi accogliere lui ti mostrerà la strada, lui ti ispirerà ragioni. Ma sempre se lui vorrà rivelarsi. Mentre se ancora non “dice niente” al cuore e agli occhi c’è ben poco da fare. Ricordo come fosse adesso un mio amico morente, una persona retta e buona ma che non era mai riuscito a percepire l’esistenza del Vivente e mi diceva “come sono invidioso della fede che ti è stata donata”. Sì fino ai 73 anni, in mezzo a tante vicende contrastanti io posso dire che a me egli ha donato il senso della sua presenza. E vivere senza riferirmi a lui, al di là di ogni mio limite, mi è del tutto impossibile!

Alla fine non convincono nemmeno i suoi miracoli e le cose belle di migliaia suoi amici e testimoni. A noi è proposto “Gesù solo” con la sua parola, la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione annunciata al mondo.

I discepoli non ebbero nessuna possibilità di vedere il Cristo quando, dove e come volevano loro. “Venne. stette in mezzo a loro..” La sua presenza è totalmente gratuita e donata. Per il resto crescono intorno a noi le oscurità del silenzio suo e del Padre.

Veramente proponiamo di gridare ogni giorno a lui “Vieni.. Signore Gesù” Maranathà!

 

Non ha tutti i torti Fabrizio De André a scrivere cinquant’anni fa:

 

Si chiamava Gesù

Venuto da molto lontano

A convertire bestie e gente

Non si può dire non sia servito a niente

Perché prese la terra per mano

 

Vestito di sabbia e di bianco

Alcuni lo dissero Santo

Per altri ebbe meno virtù

Si faceva chiamare Gesù

 

Non intendo cantare la gloria

Nè invocare la grazia o il perdono

Di chi penso non fu altri che un uomo

Come Dio passato alla storia

Ma inumano è pur sempre l’amore

Di chi rantola senza rancore

Perdonando con l’ultima voce

Chi lo uccide fra le braccia d’una croce

 

E per quelli che l’ebbero odiato

Nel Getzemani pianse l’addio

Come per chi lo adorò come Dio

Che gli disse sii sempre lodato

Per chi gli portò in dono alla fine

Una lacrima o una treccia di spine

Accettando ad estremo saluto

La preghiera e l’insulto e lo sputo

 

E morì come tutti si muore

Come tutti cambiando colore

Non si può dire che sia servito a molto

Perché il male dalla terra non fu tolto

 

Ebbe forse un po’ troppe virtù

Ebbe un volto ed un nome Gesù

Di Maria dicono fosse il figlio

Sulla croce sbiancò come un giglio