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22 gennaio 2024

126. Lunedì 22 Gennaio 2024
53. 1Co. Prima Lettera ai Corinzi (9).
Cap. 16. Un capitolo di notizie e saluti

 

L’ultimo capitolo della prima lettera ai Corinzi, il 16, abbiamo voluto trattarlo a parte perché fa emergere dalla notte dei secoli volti e vicende che altrimenti sarebbero dimenticati. Insieme a Rm 16 e altri capitoli conclusivi di altre lettere qui abbiamo notizie e volti delle prime comunità cristiane, in particolare le comunità create da Paolo.

Anzitutto si parla della colletta che Paolo si è impegnato a fare per “ricordarsi dei poveri”, un impegno assunto in Ga 2,10 davanti ai capi della comunità di Gerusalemme (Pietro, Giacomo e Giovanni). La regola che egli dà è molto pratica e saggia: ogni credente, il primo giorno della settimana, metta da parte qualcosa a favore della comunità credente di Gerusalemme, molto povera, in modo che all’arrivo di Paolo ci sia una buona offerta pronta da portare laggiù.

Nel secondo brano (dal v. 5) Paolo parla di sé e altre due persone, Timoteo e Apollo. Tutto si dice sempre nel desiderio di vedere gli amici, discepoli e collaboratori, cioè tutti coloro che hanno dato e danno la vita per Cristo.

Nel terzo brano si parla di coloro che hanno portato a Paolo (a Efeso) le notizie della comunità: Stefanàs, Fortunato e Acaico e chiede che queste persone siano sempre apprezzate da tutti. Il motivo è sempre lo stesso: si sono spesi totalmente per Cristo e la comunità. Sono stati i primi “frutti” dell’apostolato di Paolo in Acaia, cioè nella bassa Grecia (il Peloponneso e Corinto in particolare). Essere sottomessi a questi che gestiscono il servizio dell’unità  e della pace in comunità è in qualche modo essere legati anche a Paolo lontano..

Infine il quarto brano sono i saluti inversi, da Efeso a Corinto. E non può non essere sottolineata la vita e la figura dei due coniugi Aquila e Priscilla (Prisca) che ormai seguono Paolo ovunque e che lo hanno accolto in casa loro all’inizio, essendo egli, come loro, fabbricante di tende (At 18,3). Da notare la sottolineatura: non si tratta solo di persone ma di “chiese” che si radunano nella loro casa. Un saluto comunitario pieno.

E infine il saluto autografo di Paolo che chiede di far svettare su tutto l’amore di Gesù e l’amore di Paolo per loro (e possibilmente viceversa). La vita nel Signore non è solo missione, organizzazione, annuncio, ma è comunione, amicizia, fraternità, servizio vicendevole. Essere un cuore solo e un’anima sola!