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5 agosto 2024

 

147. Lunedì 5 Agosto 2024
66. Gc – Lettera di Giacomo (2)

 

Struttura della lettera

1,1 –  I. INDIRIZZO E SALUTO

 

1,1-1 – Indirizzo e saluto

1,2-15 –  II. ARGOMENTI “SAPIENZIALI” DIVERSI. ESORTAZIONI ALLA VItA CRISTIANA.

 

1,2-4 – Il beneficio delle prove

1,5-8 – La domanda fiduciosa

1,9-11 – La sorte del ricco

1,12-15 – La tentazione

 

1,16-27  –  III. LA PAROLA: ASCOLTARE E PRATICARE

 

1,16-27 – Ascoltare la parola e metterla in pratica

 

2,1-13 –  IV. RISPETTO PER I POVERI.

 

2,1-13 – Il rispetto dovuto ai poveri

 

2,14-26 – V. LA FEDE E LE OPERE.

 

2,14-26 – La fede e le opere

 

3,1-12 – VI. SAPER TENERE A FRENO LA LINGUA.

 

3,1-12 – Contro l’intemperanza del linguaggio

 

3,13-5,20 – VII. ESORTAZIONI DIVERSE PER LA VITA COMUNITARIA.

 

3,13-18 – La vera e la falsa sapienza

4,1-5,6 – Contro le discordie

5,7-11 – La venuta del Signore

5,12-20 – Esortazioni finali

 

Pur in mezzo al caldo di questa estate abbiamo “infrescato” il nostro spirito con l’ascolto della Parola di Dio, ispirata e scritta nella lettera di Giacomo. E siamo andati al punto più conosciuto e controverso della lettera stessa, l’argomentazione dell’autore sul rapporto tra fede e opere.

Da secoli si dibatte su questo argomento e spesso si mette a confronto la dottrina paolina della giustificazione per la fede senza le opere e questo brano di Giacomo secondo cui la fede senza le opere è morta. Soprattutto per questo brano Lutero nella sua traduzione della Bibbia in tedesco e nel canone biblico da lui abbracciato e stabilito (più vicino al canone ebraico che non a quello cristiano!) rifiutò questa lettera chiamandola “lettera di paglia”.

In realtà noi, filtrando le espressioni e le posizioni tenendo presente la nostra teoria sulla “dimensione molecolare” del cuore di ognuno (ognuno di noi pur all’interno dell’unico Vangelo e dottrina della fede di fatto ha una visione e una sensibilità della Parola del Signore all’interno del suo mondo spirituale, culturale, storico, ecc..) abbiamo cercato di vedere come il dono gratuito della vita di Dio (la cosiddetta “grazia”) ha il primo posto nella vita di Abramo, in Gesù, in Paolo e in tutti noi (certamente Gn 15 avvenne prima di Gn 22, l’adesione per fede di Abramo e la sua obbedienza nell’essere disposto a sacrificare il figlio).

Ma poi, sia nell’Antico Testamento che anche nel Nuovo, sia in Gesù che in Paolo e che in Giacomo la fede si esprime, si concretizza e quasi si “materializza” nelle opere di bene chieste da Dio in Gesù. Al punto, ad esempio, che in Mt 25, nella parabola del giudizio finale, chi non ha compiuto il servizio alla persona di Gesù nella persona dei poveri andrà condannato al fuoco eterno! E anche Paolo ha espressioni molto forti in questo senso, ad esempio Ga 5,6 “la fede che opera per mezzo della carità”.

Di fronte ad una comunità credente ma sterile nel fare il bene, Giacomo, educato con forza nell’obbedienza alla Legge prima e al Vangelo poi, ci dice che la nostra fede, ricevuta aderendo a Dio in Cristo è come una sorgente perenne di acqua. Che sorgente sarebbe se non spandesse acqua fresca verso i campi e dunque acqua di servizio e attenzione verso tutti e soprattutto verso i poveri?

Dunque, abbiamo concluso, nel Nuovo Testamento noi siamo “giustificati” cioè messi al livello “giusto” che Dio vuole (quello di figli adottati per grazia) appena il nostro cuore aderisce al Padre, per mezzo del Figlio, nell’abbraccio dello Spirito Santo. Non siamo certamente noi a “obbligare” Dio a darci una condizione di elezione perché abbiamo fatto delle opere di bene. Ricordiamo tutti la parabola del fariseo e del pubblicano di Lc 18! Ma poi questa giustificazione (Ab 2,4: il giusto vivrà per la sua fede) non potrà non fluire ed espandersi nella vita di carità verso Dio e verso gli altri, senza cadere nella presunzione e nella superbia di essere noi la fonte della nostra gioia, ma di essere un “canale” attraverso cui il dono di Dio giunge a tutti coloro che ci circondano e camminano con noi sul sentiero della vita..

Ricordiamo bene Maria: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il Suo Nome!”: grandi cose in me, ma santo è il Suo non il mio nome!!