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14 Ottobre 2024

155. Lunedì 14 Ottobre 2024
71. 3Gv – Terza Lettera di Giovanni

 

Struttura della lettera

 

1-2 – Saluto

3-8 – Elogio di Gaio

9-12 – Condotta di Diòtrefe. Testimonianza resa a Demetrio

13-15 – Epilogo

 

Nel giorno di Callisto papa eccoci a raccontare della terza lettera di Giovanni, che parla di sé come Presbitero (sappiamo: anziano della Chiesa di Efeso) e scrive non a nome della sua chiesa ad un’altra chiesa ma ad una chiesa in cui sono due amici particolari, Gaio e Demetrio e un nemico particolare Diòtrefe.

La lettera è un brevissimo biglietto, come la seconda, e motiva la sua brevità col fatto che il mittente non vuole scambiare notizie per mezzo di carta e inchiostro. Le sue relazioni le vuole personali e dirette. Ma non potendo fare altro..

Comunque ecco il testo di tutta la lettera:

 

[1] Io, il Presbìtero, al carissimo Gaio, che amo nella verità.

[2] Carissimo, mi auguro che in tutto tu stia bene e sia in buona salute, come sta bene la tua anima.

[3] Mi sono molto rallegrato, infatti, quando sono giunti alcuni fratelli e hanno testimoniato che tu, dal modo in cui cammini nella verità, sei veritiero.

[4] Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità.

[5] Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri.

[6] Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio.

[7] Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani.

[8] Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.

[9] Ho scritto qualche parola alla Chiesa, ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere.

[10] Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando di noi con discorsi maligni. Non contento di questo, non riceve i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa.

[11] Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.

[12] A Demetrio tutti danno testimonianza, anche la stessa verità; anche noi gli diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.

[13] Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna.

[14] Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.

[15] La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici a uno a uno.

 

Pochi versetti, 15, ma ho fatto fatica a non evidenziarli tutti in grassetto. Le cose che la lettera dice valgono assolutamente anche per noi oggi, come per la Chiesa di tutti i secoli: conoscersi e salutarsi a uno a uno, parlare a viva voce, imitare il bene e non il male, accogliere i missionari nel vangelo per essere collaboratori della verità, fermezza con chi parla e si comporta male, rendere testimonianza sempre e comunque alla verità e nella verità..

Da quanto dice, questo biglietto dovette essere uno scritto di accompagnamento ad un gruppo di missionari del Vangelo, di predicatori itineranti, che di comunità in comunità passavano per rafforzare la fede, per portare saluti e legare le comunità fra loro.

Il tutto sintetizzato in una frase importante: camminiamo nella verità. Il che vuol dire camminare in Cristo nostra Via, Verità e Vita.

Mai cacciare qualcuno dalla comunità, ma vivere accogliendoci lavorando “in favore dei fratelli”.

Questo è fonte di vera gioia, come Giovanni testimonia anche nei suoi altri scritti. Essere in Cristo amore e verità è avere la gioia quella vera, che viene dal Padre nello Spirito Santo e nessuno ci può togliere!