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4 Novembre 2024

157. Lunedì 4 Novembre 2024
73 – Ap – Apocalisse (1)

 

Struttura del libro

1,1-3 – Prologo

1,4-3,22 – I. LE SETTE LETTERE ALLE CHIESE DI ASIA

1,4-8 – I. Lettere alle sette chiese. Indirizzo

1,9-20 – Visione preparatoria

2,1-3,22 – a) Le sette lettere alle sette Chiese dell’Asia

 

2,1-7 – 1. Efeso

2,8-11 – 2. Smirne

2,12-17 – 3. Pergamo

2,18-29 – 4. Tiatira

3,1-6 – 5. Sardi

3,7-13 – 6. Filadelfia

3,14-22 – 7. Laodicea

4,1-16,21 – II. LE VISIONI PROFETICHE

 

4,1-5,14 – Dio affida all’Agnello i destini del mondo

6,1-8,5 – b) I sette sigilli

 

6,1-17 – L’Agnello spezza i sette sigilli

7,1-8 – I servi di Dio saranno preservati

7,9-17 – Il trionfo dei nuovi eletti in cielo

8,1-2 – Il settimo sigillo

8,3-5 – Le preghiere dei santi affrettano la venuta del grande giorno

8,6-15,4 – c) Le sette trombe

8,6-13 – Le prime quattro trombe

9,1-12 – La quinta tromba

9,13-21 – La sesta tromba

10,1-7 – Imminenza del castigo finale

10,8-11 – Il libro ingoiato

11,1-13 – I due testimoni

11,14-19 – La settima tromba

12,1-18 – Visione della donna e del drago

13,1-10 – Il drago trasmette il suo potere alla bestia

13,11-18 – I falsi profeti al servizio della bestia

14,1-5 – I compagni dell’Agnello

14,6-13 – Gli angeli annunziano l’ora del giudizio

14,14-20 – La messe e la vendemmia delle nazioni

15,1-4 – Il cantico di Mosè e dell’Agnello

15,5-20,15 – d) Le sette coppe

15,5-16,21 – I sette flagelli delle sette coppe

17,1-19,10 – 2. IL CASTIGO DI BABILONIA

17,1-7 – La prostituta famosa

17,8-18 – Simbolismo della bestia e della prostituta

18,1-3 – Un angelo annunzia la caduta di Babilonia

18,4-8 – Il popolo eletto deve fuggire

18,9-24 – Lamenti su Babilonia

19,1-10 – Canti di trionfo in cielo

19,11-20,15 – 3. LO STERMINIO DELLE NAZIONI PAGANE

19,11-21 – Il primo combattimento escatologico

20,1-6 – Il regno dei mille anni

20,7-10 – Secondo combattimento escatologico

20,11-15 – Il giudizio delle nazioni

21,1-22,21 – 4. LA GERUSALEMME FUTURA

21,1-8 – La Gerusalemme celeste

21,9-22,15 – La Gerusalemme messianica

 

22,16-21 – EPILOGO

 

Lunedì abbiamo cominciato, come promesso, a incontrare l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse. Abbiamo dedicato l’incontro a fare una breve introduzione generale al libro e alle sue problematiche, cominciando proprio dal suo nome, “Apocalisse”.

Il termine greco di Apocalisse è Apocalìpsis e viene dalla composizione di “apò” (particella che indica l’azione di far uscire, far partire qualcosa dalle vicinanze di un’altra: parto “da” casa, “dall’inizio dei tempi”, ecc) e il verbo “kalypto”, nascondere. Quindi proprio alla lettera Apocalypto sta per “tiro fuori qualcosa da qualcos’altro”, ad esempio un nascondiglio.

La parola si riferisce all’uso comune antico di nascondere le cose di valore sotto terra, nell’imminenza del passaggio di eserciti o di una invasione, perché non c’erano banche o depositi. Poi spesso quelli che avevano nascosto le cose morivano e quelle rimanevano lì fino a quando qualcuno magari per caso non aveva la fortuna di “scoprirle”, per esempio arando un campo, come racconta Mt 13,44ss.

Questo strattagemma del nascondere-ritrovare anticamente era molto usato a qualcuno che scriveva un libro, lo attribuiva a un grande personaggio del passato (Mosè, Isaia..), poi lo divulgava dicendo che lo aveva tirato fuori da un nascondiglio. E questo era più credibile in tempo di persecuzione.

Comunque l’Apocalisse è una delle tante espressioni del movimento di pensiero e spiritualità che va sotto il nome di “Apocalittica”, che a partire dal secondo secolo avanti Cristo fino al quarto dopo Cristo produsse comunità e libri con un intento principale: rivelare il progetto di Dio sul mondo, che spazzerà via potenti e prepotenti (primo fra tutti Antioco IV Epifane, la cui persecuzione è nei due libri dei Maccabei). Quindi un genere letterario di consolazione dei giusti e dei poveri.

E questi libri erano scritti usando moltissimo simboli, tratti dalla letteratura biblica o che circolavano nell’area medio-orientale. Perché così solo i fedeli, formati alla conoscenza dei simboli potevano percepire il messaggio più profondo di questi libri senza che “quelli di fuori” se ne rendessero conto Un po’ quello che succede oggi (e da molto tempo) in cui l’Apocalisse ha fama di libro “criptato”, oscuro, incomprensibile per la maggior parte anche dei cristiani, ma per il semplice motivo che non lo conoscono bene o non lo conoscono affatto! La meditazione, la ricerca, l’umile invocazione allo Spirito devono accompagnare la lettura e assimilazione anche di questo libro.

Un’altra cosa velocemente abbiamo detto, e che è di particolare importanza. L’Apocalisse non è un gioco di simboli, una espressione fantasiosa di avventure, ma è Rivelazione DI Gesù Cristo. Ora la particella “di” in italiano può avere senso soggettivo (a chi appartiene) e senso oggettivo (di chi parla). Noi sappiamo che tutta la parola rivelativa del Nuovo Testamento è Parola “di Gesù” in quanto è Gesù ad annunciarla, ma è anche Parola “di Gesù”, su Gesù che è il centro, il contenuto fondamentale di questa Parola. Egli infatti è chiamato da Giovanni “Parola”, Logos dell’universo.

Dunque l’Apocalisse è per noi un discorso, tramite simboli, sulla salvezza di Dio in Gesù Cristo per la potenza dello Spirito, svelando il disegno eterno che ha come contenuto la nostra salvezza ed elevazione e partecipazione alla vita di Dio. Il cosiddetto “male” in ogni sua forma e incarnazione ha veramente le ore contate. Accogliere e annunciare è il nostro compit