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18 Novembre 2024
159. Lunedì 25 Novembre 2024
73 – Ap – Apocalisse (3) – Cap. 1
Nella settimana della festa di Gesù Cristo Re dell’universo ci è toccato in sorte il capitolo 1 dell’Apocalisse che inizia il libro come la festa finisce l’anno liturgico e la storia, fissando lo sguardo su Gesù autore, riferimento e fine di tutto e tutti.
Perché l’Apocalisse, lo ripetiamo, non è un astruso libro di simboli, di cui non si conosce il significato, ma è un lavoro profetico che sotto l’azione dello Spirito “legge” la storia biblica e umana precedente come riferita a Gesù, che è, come dice la lettera agli Ebrei, “autore e perfezionatore della fede”. Giovanni era “imbevuto” delle Scritture antiche e del suo contatto con il Signore Gesù, e nello stile apocalittico svela il senso della storia e del mondo in Gesù e con Gesù, Figlio di Dio e figlio dell’uomo.
Per questo il libro inizia con una dichiarazione di principio: “Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per rivelare ai suoi servi le cose che dovranno accadere Tra breve” (Ap 1,1). Nel modo di vedere e sentire le cose a quel tempo, Gesù si serve dei suoi angeli per realizzare la sua opera di annuncio, lotta e salvezza del mondo. Ma essi non sono che il suo “volto rivolto agli uomini”, dal mondo eterno a quello nostro, temporale e transitorio. E tutto, secondo lo stile apocalittico, è rivolto nella previsione di una salvezza degli eletti e del giudizio e distruzione di chi opera il male nella storia. La comunità credente sia forte nella fede e nella speranza.
Di Gesù, in comunione con il Padre e con lo Spirito, sono dette caratteristiche (titoli) importanti: testimone fedele, primogenito dei morti, sovrano dei re della terra, che ci ha ama e ha fatto di noi un regno e sacerdoti. E a suggello, ecco, subito citazioni importanti dalla Parola: la visione del Figlio dell’Uomo da Dn 7 e il “trafitto” da Zc 12.
E poi ecco la grande visione del “personaggio splendente” avvenuta nell’isola di Patmos dove Giovanni era in esilio per la sua fede, di domenica, preso dallo Spirito..
Il veggente si gira e vede un personaggio che gli procura gioia e terrore. Egli è descritto con tratti simbolici che rimandano principalmente a Dn 10, alla visione dell’angelo che svela il senso della terra e dei suoi imperi
– in mezzo ai candelabri d’oro: al centro della storia del popolo di Dio segnata dal Tempio
– simile a Figlio di Uomo: titolo del Messia in Dn 7, cui è stato dato ogni potere
– abito lungo fino ai piedi: il lungo vestito del sacerdoti, per l’unico nuovo ed eterno sacerdote
– al petto un fascia d’oro: egli è re di tutti i re e di tutta la terra
– capelli bianchi: partecipa dell’eternità di Dio
– occhi come fiamma di fuoco: vitale, vede e conosce tutto, rivelatore di verità e vita
– Piedi di bronzo splendente: forte, come roccia perenne, presenza inamovibile nella storia che invece passa..
– voce come grandi acque: egli è il Logos, rivelatore del mondo divino e umano
– sette stelle nella sua destra: egli tiene in mano le sue chiese e i suoi fedeli e i loro angeli
– spada affilata dalla bocca: la sua Parola, che non passerà, giudica e salva, rivela e svela Dio all’uomo e l’uomo all’uomo: ritorniamo ad Eb 4,12-13
– volto come il sole in tutta la sua forza: forza, vita, vitalità, divinità, datore di vita
Giovanni, come Daniele, cade a terra: la visione è troppo per lui e per ogni uomo. Non si può sopportare il divino. Ma Gesù è venuto per avvicinarci a Dio, per salvarci, per ridarci vita in lui e con lui e dunque ecco il brano legato al messaggio centrale del Nuovo Testamento: “Non temere!”, la parola di consolazione rivolta tante volte nella Bibbia a chi ha fede e poi la grande rivelazione (mentre prende Giovanni per mano e lo rialza): “Io sono il Primo e l’Ultimo, il Vivente. Ero morto ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi” (Ap 1,17-18). La rivelazione di Gesù, protagonista di ogni realtà e quindi dell’Apocalisse è compiuta ed è definito, lui il Risorto, come il Vivente. Parole affidate al nostro cuore e alla nostra meditazione e speranza: tutto passa ma lui è Il Vivente, in cui tutto ha senso e vita..