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24 Febbraio 2025
170. Lunedì 24 Febbraio 2025
73 – Ap – Apocalisse (14) –
Cap. 12 – La donna, il Figlio, il drago
Lunedì siamo entrati nella ri-presentazione che Giovanni fa del Nuovo Testamento, ripartendo dalle parole antiche della Genesi. Sappiamo già bene quanto i primi giorni del Figlio di Dio come uomo sulla terra furono segnati da sofferenza e persecuzione, oltre che dall’accoglienza di umili e poveri.
Il capitolo 12 dell’Apocalisse riparte da Gn 3,15, che annuncia il conflitto tra la donna, madre dei viventi, madre di “Colui” che schiaccerà la testa al serpente e il serpente stesso. Ma questa donna non è più Eva, la “madre di tutti i morenti”: lei è la prediletta fra le donne, la “piena di grazia”. E la sua predilezione viene proclamata con un “segno grande”: vestita di sole come il Vivente, luna sotto i suoi piedi e dodici stelle sopra il suo capo (regina delle 12 tribù del popolo di Dio!). Queste immagini sono i famosi annunci che Giuseppe, figlio di Giacobbe, fa dei suoi sogni ai suoi fratelli in Gn 37,9. La salvezza di Dio, come promesso, si fa storia concreta di una nascita da una donna incinta. La presentazione realistica di questo parto è sottolineata dalle doglie del parto, che sono la conseguenza del peccato della donna (Gn 3,16).
Ma il serpente, presenza inquietante nel paradiso posto in Eden (Gn 3,1ss), chiamato in questo capitolo “serpente antico, diavolo e Satana” è la presenza, permessa da Dio come allora, per insidiare la fede degli eletti. Come il secondo cavallo che rappresenta la violenza e le uccisioni degli imperi umani (Ap 6,3s), anche il drago è mostrato di colore rosso sangue.
Cacciato dal cielo insieme agli angeli che si sono ribellati a Dio come lui e con lui, gettato sulla terra, dove trascina con sé un terzo delle stelle, cioè degli angeli della corte celeste, riceve il permesso (come quella volta con Giobbe, Gb 1) di tentare di sedurre e perseguitare e uccidere i credenti. Come? Lo vedremo nel capitolo 13: investendo di potere e forza la bestia del potere umano, potere ad ogni livello, dai capi dell’Impero alla vita familiare. E il drago ha segni forti di potere: sette teste e dieci corna, tutto derivato da Dn 7,ss (il terribile potere persecutorio e devastante di Antioco IV Epifane).
Il bambino viene velocemente definito il Messia con la citazione di Sl 2,9 (“governerò le nazioni con scettro di ferro”).
Come Erode nella storia, anche qui il drago è “appostato” davanti alla donna per divorare il figlio appena nato, terribile mostro della mitologia.. Ma ormai siamo nel Nuovo Testamento, siamo nel tempo della realizzazione della salvezza (e tra l’altro il drago sa che gli rimane poco tempo – Ap 12,12) e dunque da una parte il Figlio viene “rapito” al suo luogo naturale, cioè in mezzo al trono del Padre e la donna riceve protezione sotto le ali della grande aquila dell’Esodo – Dt 32,11; Sl 102(103),5. Come ai tempi dell’uscita dall’Egitto e della persecuzione da parte degli Egiziani il drago tenta di affogare la donna vomitandole contro un nuovo Mar Rosso. Ma la terra la soccorre, si apre e inghiotte tutta l’acqua (12,15s).
Comunque i tempi sono ristretti. Dio, come sappiamo, sta concedendo al drago e ai suoi lo spazio convenzionale dell’ultima mezza settimana di anni (3 e mezzo, 1260 giorni..), che è insieme tempo dell’uomo, ma anche tempo in cui l’intervento di Dio (il suo kairòs) è cominciato.
Per questo Giovanni mette in evidenza due fatti molto positivi: il capo degli angeli fedeli a Dio, Michele, angelo della nazione ebraica, combatte e vince il drago che viene precipitato sulla terra, dove diventa feroce persecutore dei giusti. Il secondo fatto è il grande inno che esplode nei versetti 10-12: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo..”